Alla vista sembra una polpetta, da cui la sua presenza qui. Però non richiede cottura, ma soltanto tempo.
Viene prodotta nella Valtramontina, in provincia di Pordenone, ed è a base di carne di ovino e di lardo di suino. Questi ingredienti vengono lavorati a mano assieme aggiungendo anche del sale, pepe, del vino Refosco, aglio di Resia (altro presidio Slow Food) e varie piante aromatiche di montagna, data la zona.
Inizia poi la preparazione delle polpette. Sono leggermente schiacciate e passate nella farina di mais.
Poi comincia una affumicatura delicata. Sono tradizionalmente poste sotto la cappa del camino per circa una settimana e nel camino sono fruciate legni di faggio, carpine e ginepro. L'affumicatura era resa necessaria dall'assenza in montagna di budella per insaccarare la carne.
Il passo successivo è porre le pitine in un ambiente fresco e ventilato. Se dopo due settimane compaiono delle muffe bianche è buon segno. Queste vengono poi ovviamente tolte lavando la pitina con acqua ed aceto.
La pitina può essere mangiata a fettine così com'è oppure scottata in padella con aceto. La particolarità del prodotto a mia avviso richiede almeno un primo assaggio al naturale.
Per altre curiosità dal Friuli Venezia Giulia c'è la sfilza di prodotti dell'Aperitivo Friulano.
è un prodotto buonissimo! Io lo usavo spesso al ristorante e lo proponevo come antipasto, leggermente saltato in padella con del topinambur :-)
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